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Come nascono i litigi in famiglia?
Incompatibilità di carattere, abitudini e valori morali diversi, promesse tradite, impegni non mantenuti ecc., molti di questi eventi portano i congiunti oltreché a litigare o a sopportarsi in un clima di malcontento che danneggia tutta la famiglia.
Il conflitto però può essere compreso e trasformato in un’occasione di miglioramento. Basta che qualcuno faccia il primo passo, consentendo al mediatore di entrare in contatto con gli altri familiari e di aprire le porte della comunicazione efficace tra le persone coinvolte in un rapporto difficile.
Il mediatore introduce la famiglia ad una cultura del negoziato: ascolta le persone e le fa ascoltare dagli altri parenti; aiuta i membri della famiglia a far rispettare i loro interessi e i loro sentimenti; ricostituisce un clima di rispetto pacifico oppure facilita l’individuazione della soluzione meno dolorosa con cui separarsi.
Il mediatore familiare coinvolge i coniugi per aiutarli a negoziare un accordo di separazione o divorzio, improntato alla bigenitorialità, che rispetti i bisogni dei figli.
La mediazione familiare regola anche i disaccordi sulla gestione della casa o del patrimonio di una famiglia in senso più ampio, integrando un percorso di mediazione civile.
A chi è rivolta la mediazione familiare?
La mediazione familiare è rivolta a chiunque senta l’esigenza di migliorare o di definire le relazioni di parentela, tanto sul piano affettivo, quanto su quello patrimoniale.
Vivere in cattivi rapporti con i propri parenti può portare a conflitti quotidiani, a rotture dolorose, ma anche a gestire i patrimoni o le aziende in modo inefficiente; può creare liti in merito alle successioni ereditarie, o all’amministrazione dei beni goduti in comune.
La mediazione familiare aiuta a gestire questi conflitti, a migliorare i rapporti e la comunicazione con gli altri e a riacquistare la serenità.
I coniugi usano la mediazione familiare per pattuire le condizioni della separazione o del divorzio, oltreché per regolare l’esercizio bilaterale della genitorialità.
Chi prova a utilizzare la mediazione familiare scopre un modo cooperativo di gestire i problemi perché la mediazione consiste nel cercare soluzioni collaborando con gli altri. Le persone competitive rifiutano la mediazione, ma chi partecipa agli incontri, per quanto possa dimostrarsi ostile, sa di avere un motivo per trovare un accordo.
Quali situazioni risolve la mediazione familiare?
La mediazione familiare può evitare cause lunghe e litigi dolorosi, in caso di separazioni, divorzi, divisioni ereditarie, assistenza ai genitori anziani. Può migliorare il dialogo in famiglia, per portare serenità in una convivenza problematica o fastidiosa o per gestire le relazioni fraterne conflittuali. Può risolvere i problemi legati alla gestione di patrimoni complessi.
Potete ricorrere alla mediazione familiare in tutte le situazioni in cui trovate difficile parlare con i parenti (coniugi, fratelli, nipoti ecc.); quando qualcuno si rifiuta di ascoltare o avete l’impressione di essere ignorati dagli altri; quando sentite che i toni si esasperano e vi accorgete che dialogare diventa faticoso o vi sembra impossibile farlo rispettando le regole di comunicazione efficace.
Potete avere bisogno della mediazione familiare, se vi capita di pensare che la situazione in casa è diventata insopportabile o se vi capita di uscire ogni tanto solo per prendere le distanze dalla famiglia.
Chi è il mediatore familiare?
Il mediatore familiare è un professionista con competenze psicologiche e giuridiche che ascolta i membri della famiglia, aiutandoli a parlare dei loro bisogni, tanto sul profilo pratico, quanto su quello affettivo.
Il mediatore vi dà la forza e gli strumenti con cui affrontare e superare le paure e la rabbia. Vi aiuta così a trovare e selezionare soluzioni soddisfacenti e legittime, nel rispetto dei diritti reciproci.
Durante gli incontri, in un clima di fiducia e rispetto, il mediatore aiuta i membri della famiglia ad affrontare le proprie paure e insicurezze, a chiarire i propri desideri nascosti e a essere capiti dagli altri familiari; senza giudicare, ma ascoltando e rispettando tutti i partecipanti.
Seguendo le istruzioni del mediatore, i membri della famiglia possono condividere i propri sentimenti e i propri bisogni, giungendo così a un risultato che soddisfi tutti e che trasformi la rabbia e il rancore.
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