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Lo Studio Scalisi si occupa del servizio droni per la mappatura dell’amianto.
La sostanziale novità è l’introduzione di nuove tecnologie di telerilevamento, ovvero l’utilizzo di droni dotati di camere ad alta risoluzione.
L’utilizzo dei droni da inizio ad una nuova strategia per l’instaurazione di una metodologia che potrà essere progressivamente estesa su tutto il territorio nazionale al fine di poter fornire un quadro omogeneo e scientifico del fenomeno amianto.
In Italia esiste una regolamentazione chiara riguardo la mappatura dell’amianto, i testi normativi di riferimento sono la Legge 93/2001 e il relativo D.M. 101/2003, i quali normano la mappatura della presenza di amianto sul territorio nazionale, il cosiddetto piano nazionale amianto.
Tutte le Regioni hanno l’obbligo di trasmettere al Ministero i dati relativi alla presenza di amianto entro il 30 giugno di ogni anno, purtroppo però, ad oggi i dati delle Regioni risultano molto incompleti e non omogenei.
Il Ministero della Salute ha reso noto che sono circa 3000 i casi all’anno di malattie in Italia legate a questo materiale. Di queste, ben 1.300 sono i casi di mesotelioma, tumore al polmone spesso mortale.
Un problema da non sottovalutare, speriamo che l’utilizzo di droni possa perlomeno contribuire ad aggiornare la situazione della presenza dell’amianto e di conseguenza far sì che si possa agire in tempi certi con un programma di rimozione e bonifica.
La legge fondamentale che disciplina la messa al bando dell’amianto è la Legge 27 marzo 1992, n. 257 che oltre a “vietare l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto” contiene anche le “misure di decontaminazione e di bonifica delle aree interessate dall'inquinamento da amianto”.
In particolare l’articolo 12 prevede, nei diversi commi, che è di competenza delle Unità Sanitarie Locali analizzare gli edifici in cui potrebbe essere presente amianto e programmare le attività di rimozione e di fissaggio. Sempre l’articolo 12 prevede che le imprese che operano per lo smaltimento e la rimozione dell'amianto devono iscriversi in una speciale sezione dell'Albo nazionale delle imprese esercenti servizi di smaltimento dei rifiuti. I rifiuti di amianto, infatti, sono classificati tra i rifiuti speciali, tossici e nocivi.
Dopo la legge 27 marzo 1992, n. 257 che resta la norma di riferimento, sono stati emanati negli alcuni decreti e circolari applicative con l'obiettivo di gestire il pericolo derivato dalla ancora massiccia presenza di amianto negli edifici pubblici e privati. Tra questi sono da ricordare il D.P.R. 8 agosto 1994, che fornisce alle Regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano le direttive per l'adozione di piani di protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica dell'ambiente.


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