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Lo Studio Scalisi si occupa dei seguenti lavori:

  • Richiesta aerofotogrammetria, per le zone di vostro interesse.



La fotogrammetria è quella tecnica che consente di definire la posizione, la forma e le dimensioni degli oggetti sul terreno, utilizzando le informazioni contenute in opportune immagini fotografiche, degli stessi oggetti, riprese da punti diversi.
La fotogrammetria può essere classificata come segue:
  • In base al tipo della presa:
- fotogrammetria aerea (o dei lontani);
- fotogrammetria terrestre (o dei vicini);

  • In base al tipo di elaborazione:
- fotogrammetria analogica;
- fotogrammetria analitica;

  • In base al tipo di fotografia:
- fotogrammetria classica;
- fotogrammetria digitale.
Il rilievo fotogrammetrico comprende le seguenti fasi:
  • l’acquisizione: operazioni riguardanti la presa delle immagini fotografiche;
  • l’orientamento: operazioni preliminari per la determinazione dei parametri che consentono di posizionare i centri di presa e le lastre con la stessa posizione nello spazio che avevano al momento della presa;
  • la restituzione: operazioni che consentono la ricostruzione della forma e delle dimensioni dell’oggetto ripreso utilizzando strumenti detti restitutori.
Nello sviluppo della tecnica del rilievo fotogrammetrico, è possibile riconosce­re schematicamente le seguenti fasi temporali, grossomodo della durata di cinquant’anni, e legate a determinate tecnologie.

Fase pionieristica (1850-1900). La fotogrammetria fu fondata da Aimé Lausse­dat, che nel 1851 ne indicò i procedimenti, basati sostanzialmente su una inter­sezione in avanti in cui le misure venivano ottenute dai fotogrammi. La misura delle grandezze sul fotogramma era, però, fonte di notevoli errori dovuti alla di­storsione degli obiettivi fotografici.

Fu Ignazio Porro che nel 1865 cercò di rimediare a tali errori, integrando que­sta nuova tecnica con il fotogoniometro, uno strumento che permetteva di misu­rare gli angoli delle direzioni che vanno dal centro dell’obiettivo ai punti dell’og­getto fotografato, dopo aver collocato la lastra nel posto che aveva al momento della ripresa e averla convenientemente illuminata.

Fase analogica e stereoscopica (1900-1960). La seconda età della fotogrammetria inizia nei primi anni del Novecento attraverso la stereoscopia (C. Pulfrich) e il principio della marca mobile (F. Stoltz), che permisero di superare le difficoltà dell’ambiguo riconoscimento dei punti omologhi su due fotogrammi diversi. Nel 1909, poi, il triestino E. Von Orel costruì lo stereo-autografo, per mezzo del qua­le fu risolto il problema di passare da una coppia di fotogrammi alla proiezione orizzontale, non attraverso il calcolo delle coordinate dei singoli punti, ma in ma­niera continua utilizzando elementi fisici di tipo analogico. Von Orel aprì l’era dei restitutori analogici; in questo campo i progressi furono abbastanza rapidi, so­prattutto per opera di studiosi come Wild, Nistri e Santoni.

La prima guerra mondiale vide poi l’introduzione della fotogrammetria aerea. Oggi essa ha sostituito tutti gli altri metodi per la produzione di carte di media e grande estensione, mentre la fotogrammetria terrestre viene impiegata nel rilievo degli edifici.

Fase analitica (dal 1960 in poi). L’impostazione analogica nella fotogrammetria era legata a epoche in cui i limitati mezzi di calcolo impedivano di sviluppare le procedure analitiche necessarie per passare dalla prospettiva (fotografia) alla proiezione ortogonale (carta).
 
A partire dagli anni ’60, l’avvento dei calcolatori elettronici con grande capaci­tà di calcolo (e piccole dimensioni) ha indirizzato lo sviluppo della fotogramme­tria verso una impostazione analitica del problema. Essa prevede che il passaggio da una coppia stereoscopica di fotogrammi alla relativa proiezione ortogonale avvenga tramite lo sviluppo numerico di un certo numero di equazioni elaborate dal computer.

Fase digitale. A partire dagli anni ’90 è stato possibile produrre e utilizzare im­magini non fotografiche, ma numeriche, cioè immagini digitali, strutturate in una matrice di piccoli elementi detti pixel. L’impiego di queste immagini ha dato luo­go alla fase digitale della fotogrammetria che svolge le procedure connesse attra­verso un computer.
L'aerofotogrammetria è attualmente il sistema di rilevamento più utilizzato nella realizzazione di cartografia per uso tecnico. Il motivo di questo risiede essenzialmente nella velocità di tracciamento dei particolari del terreno e nella precisione geometrica ottenibile, relativamente a zone molto ampie di territorio da cartografare.

Il processo di produzione cartografica può essere suddiviso in 8 fasi distinte:
  • Stesura del piano di volo;
  • Esecuzione del volo;
  • Operazioni Topografiche di Campagna;
  • Triangolazione Aerea;
  • Restituzione Aerofotogrammetrica;
  • Editing Cartografico;
  • Ricognizione sul terreno;
  • Disegno Finale.

Nella prima fase vengono studiate le modalità di copertura fotografica del territorio da cartografare. Quest'ultimo dunque viene suddiviso in strisciate fotografiche, il cui orientamento e numero dipende dalla sua stessa forma e in secondo luogo dalla scala cui si vuol realizzare il rilievo. La fase di volo è sicuramente la più delicata dell'intero processo di produzione. E' proprio qui infatti che verranno poste le basi per la perfetta riuscita del rilievo. Ogni strisciata è costituita da una serie variabile di modelli. Per modello si intende una coppia di stereogrammi caratterizzati da un'area di copertura comune detta Zona di sovrapposizione. In pratica per ogni modello abbiamo una stessa porzione di territorio, fotografata però in due momenti diversi della ripresa aerea. Ecco perchè utilizzando particolari apparecchiature dette stereo-restitutori, è possibile ottenere una visione tridimensionale del modello stereoscopico e quindi della porzione di territorio considerata.

Gli stereo restitutori sono infatti, strumenti in grado di ripristinare a tavolino, le condizioni di presa fotografica esistenti al momento dell' esecuzione del volo. Questo si ottiene effettuando particolari operazioni di orientamento della coppia stereoscopica, che hanno come risultato finale la creazione di un vero e proprio modello tridimensionale del terreno, osservabile direttamente dallo strumento di restituzione stesso, attraverso uno specifico sistema ottico provvisto di binoculare. Una volta eseguito l'orientamento della coppia stereoscopica ha inizio il processo di acquisizione dati (o restituzione aerofotogrammetrica), effettuato attraverso un particolare sistema di editing grafico collegato direttamente al fotorestitutore. Parte determinante di questa fase, è svolta dall'operatore che deve possedere oltre alla necessaria abilità nell'uso dei sistemi informatici cartografici di acquisizione dati, anche indispensabili doti di fotointerpretazione. L'acquisizione dei dati infatti, viene effettuata tracciando a video tutti i particolari osservabili dalla foto e classificando questi ultimi attraverso gli standard convenzionali stabiliti dalla scienza cartografica moderna.

L'approccio rigoroso e accurato, per mezzo della aerofotogrammetria e della fotointerpretazione aerea consente di superare controversie in casi di sopraelevazioni, usucapione, superfetazioni, abusivismo edilizo / urbanistico, confini catastali, diritti reali etc., sedimentati nel corso dei decenni.

Il primo passo consiste nell'accertare il momento in cui avviene il cambiamento sul territorio, quindi offrire, a richiesta, una consulenza per l'acquisizione e ingrandimenti degli opportuni aerofotogrammi oltre alla certificazione della data precisa degli scatti. Molte volte questo già basta per risolvere la disputa.

Altre volte, invece, occorre interpretare lo stereofotogramma e misurarne gli oggetti presenti sul territorio.
Ove fosse necessario, questa attività può sfociare in una consulenza tecnica di parte (CTP) da presentare al giudice, ovvero può essere utile al consulente tecnico d'ufficio (CTU) per espletare in maniera circostanziata la sua funzione. Egli sarà aiutato anche dall'anàglifo realizzabile in stereoscopia se necessario con metodo aerofotogrammetrico e fornibile a completamento dell'indagine. Inoltre è necessario ricordare che dal 20 marzo 2011 è entrata in vigore la normativa che prevede l’obbligatorietà della mediazione civile in diverse materie fra cui i cd. diritti reali ove è possibile fornire un servizio e un aiuto risolvente attraverso l'uso della aerofogrammetria.

In alcuni casi invece non ci sono oggetti sul territorio, ma solo modifiche territoriali operate dall'uomo come scavi, rilevati etc.; sia in questo caso e sia dove occorra stabilire, per esempio, qual'è la direzione preferenziale delle acque meteoriche ed evidenziare quali sono le parti allagabili per evitare di costruire dei manufatti in aree a rischio, può essere utile l'uso delle fotografie aeree.
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